venerdì 6 giugno 2008

BAUHAUS - In The Flat Field (1980, cd remastered)

I vampiri del rock
I Bauhaus rappresentano l'archetipo del gothic rock grazie a quattro albums molto oscuri, ma caratterizzati da una straordinaria vena compositiva. Si formano nel 1979 a Northampton per mano dei fratelli Kevin e David Haskins (quest'ultimo noto con lo pseudonimo di David J) insieme al chitarrista Daniel Ash ed al cantante Peter Murphy, sorta di dracula del rock dalla voce aspra e profonda, vero catalizzatore d'attenzione del gruppo. Ispirati in realtà dal glam anni '70 di Bolan e Bowie, riescono a creare un sound che miscela abilmente il rock decadente dei Velvet Underground e certa psichedelia, fino a sconfinare nell'hard. Inizialmente si danno il nome di "Bauhaus 1919" in onore al celebre movimento artistico/architettonico tedesco dei primi del novecento, accorciandolo successivamente in Bauhaus. Esordiscono dal vivo la notte di capodanno del 1979 e nel giro di sei mesi danno alle stampe il singolo "Bela Lugosi's Dead" per la piccola etichetta Small Wonder, già responsabile della pubblicazione di un altro singolo epocale come "Killing An Arab" dei The Cure. Il brano che dà il nome al 45 giri è una lunga e tetra ballata caratterizzata da un ossessivo giro di basso e dai rumorismi sinistri della chitarra. Il testo, una storia di vampiri, farà sì che tre anni dopo David Bowie sceglierà il pezzo come soundtrack per il film "Miriam si sveglia a mezzanotte", da lui stesso interpretato.

Scritturati dalla 4AD, sottoetichetta della Beggars Banquet, nel 1980 pubblicano il loro primo album "In The Flat Field", vero e proprio manifesto del post-punk. Il disco è oscuro e violento come pochi album sono stati capaci di essere nella storia del rock: quasi nullo lo spazio per la melodia, ossessive le parti ritmiche dei fratelli Haskins, allucinato o funereo il cantato di Murphy, agghiaccianti le trame di chitarra di Ash. Il disco è una raccolta di danze arcaiche che privilegiano un cabaret dell'orrore alle istanze depressive di The Cure e Joy Division, fornendo un'altra prospettiva all'idea di gotico che si stava affermando nei primi anni '80.
"Double Dare" è introdotta da lugubri rintocchi di synth, che lasciano spazio ad un ritmo singhiozzante ed ossessivo dal quale emerge la voce monocorde e devastante di Murphy. "In The Flat Field", la title track, parte con un ritmo supersonico di tom e sfoggia tutta l'effettistica della chitarra di Ash, suoni dall'oltretomba alternati a repentine schitarrate soniche e taglienti. "God In An Alcove" inizia con arpeggi sporchi di chitarra accompagnati da un basso proveniente direttamente dal glam, la ritmica preferisce giocare sui sedicesimi di charleston e il cantato è a metà tra un crooner anni '50 e le sguaiate urla del punk. "Dive" è più vicina alle nuove ambientazioni del post-punk, con contrappunti elettronici e sax agonizzante. "Spy In The Cab" è lenta e ipnotica, con cantato epico e disperato. Il ritmo è per soli tom/pad e gli arpeggi di chitarra si trasformano in rumorismi lancinanti. Figlia dell'esperienza glam è anche "Small Talk Stinks", introdotta da una chitarra metallica e distorta che si scontra con un piano digitale jazz. Orrende voci deformate emergono dall'oltretomba in crescendo fino a chiudere la canzone. "St Vitus Dance" parte con un ritmo incalzante, seguito a ruota dalla chitarra e dai rintocchi elettronici del synth. Murphy lancia urla animalesche creando vortici orrorifici di fascinosa intensità. "Stigmata Martyr" è una messa nera con basso ossessivo e chitarra disturbante, capolavoro del gotico e punto di riferimento per tutto il movimento a venire. "Nerves", a chiudere l'album, è una lunga suite di sette minuti con introduzione di pianoforte, infastidita dalle scivolate della chitarra e da barattoli rotolanti sul ciottolato. Il resto è un crescendo disperato a ritmo post-punk con chitarra hard, che cattura l'ascoltatore, lo stordisce e lo trascina nell’abisso.

La versione rimasterizzata raccoglie tutto il materiale pubblicato per la 4AD, cioè prima che la band passasse alla casa madre Beggars Banquet. La cura con la quale è stata assemblata la raccolta la si nota già dalla volontà di disporre le canzoni in ordine cronologico e piazzando quindi "Dark Entries", primo singolo per la 4AD antecedente all'album "In The Flat Field", in apertura al cd. Due cover di pregio arricchiscono la compilazione: il singolo "Telegram Sam" dei T-Rex, che rivela tutto l'amore di Murphy e compagni per Bolan, e "Rosegarden Funeral Of Sores" di John Cale, riarrangiata nel classico stile Bauhaus, ossessiva ed ipnotica.Il mio giudizio per questa ristampa non può essere che ottimo e non sono affatto pentito di aver affiancato al logorato vinile questo splendido cd.


Tracklist:
1.: Dark Entries
2.: Double Dare
3.: In The Flat Field
4.: God In An Alcove
5.: Dive
6.: Spy In The Cab
7.: Small Talk Stinks
8.: St Vitus Dance
9.: Stigmata Martyr
10.: Nerves
11.: Telegram Sam
12.: Rosegarden Funeral Of Sores
13.: Terror Couple Kill Colonel
14.: Scopes
15.: Untitled
16.: God In An Alcove (2)
17.: Crowds

Bauhaus:
Peter Murphy: voce
David J: basso
Daniel Ash: chitarra/sax
Kevin Haskins: batteria

Discografia essenziale:
In The Flat Field (4AD, 1980)
Mask (Beggars Banquet, 1981)
Press Eject And Give Me The Tape (Beggars Banquet, live - 1982)
The Sky's Gone Out (Beggars Banquet, 1982)
Burning From The Inside (Beggars Banquet, 1983)
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